UNA NUOVA GRAZIA
«L’apparizione della Madonna sulla montagna de La Salette non è una nuova dottrina: è una nuova grazia; è la manifestazione dell’amore e della compassione che regnano per noi nei cieli». Così si esprimeva, fin dal 1854, Mons. Ullathorne, vescovo di Birmingham, in Inghilterra. Definiva in tal modo il ruolo subordinato di ogni apparizione e il suo spessore concreto nella storia della nostra salvezza.
Infatti, la rivelazione completa e definitiva dell’amore di Dio e della nostra salvezza, è Gesù. Totalmente uomo e, nello stesso tempo, vero Dio, Egli è il solo e perfetto Riconciliatore.
La sua vita umana, la sua morte su una croce, la sua risurrezione nella vita stessa di Dio, fanno di lui, per noi, la via, la verità e la vita. Che avvenga in seno alla Chiesa o fuori di essa, ogni altra rivelazione non assume valore che nella misura in cui essa si collega, in qualche modo, al Cristo Gesù. Tale è la fede della Chiesa, una fede che c’impegna a procedere secondo lo Spirito di Gesù verso Colui che Egli chiama «Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
Messaggio ecclesiale. La Salette, prima di tutto, è stata una grazia per i due pastorelli. Anche se, come afferma Massimino, la Madonna non ha usato la bacchetta magica ma “ ci ha lasciati con tutti i nostri difetti” tuttavia, anche tra infinite traversie, sono stati fedeli nel trasmettere alla chiesa il messaggio ricevuto da Maria e le Sue parole si sono scolpite nel loro cuore e hanno guidato la loro vita fino alla fine. Maria, apparendo sulla montagna, dice loro: “Non abbiate paura, sono qui per annunciarvi una grande Buona notizia”. La bella e buona notizia è Gesù crocefisso e Risorto che ha sul suo petto. Il Messaggio inizia con queste parole: “Se il mio popolo non vuole sottomettersi” e termina “ Andiamo, Figli miei fatelo ben conoscere, a tutto il mio popolo”. Nella lectio divina, quando si trova la stessa parola all’inizio e alla fine del testo, significa che vi è un’inclusione, perciò mio popolo è il tema centrale di tutto il testo. Perciò il Messaggio che Maria divulga dall’alto del monte è rivolto a tutto il popolo di Dio che Maria, con affetto, chiama: “Mio popolo”. Il Concilio Vaticano II, 150 anni dopo l’Apparizione, riprende questo termine e chiama la Chiesa :”Popolo di Dio”.
Parlate al cuore di Gerusalemme. A più riprese si è scritto che “ La Salette è un deserto”. Da molte persone il luogo, spoglio di alberi, appartato e silenzioso della montagna, dove Maria ha lanciato il suo messaggio al Suo popolo, è visto come un deserto; una solitudine silenziosa e al tempo stesso avvincente. Sì è proprio così. Come parlava al “cuore di Gerusalemme” (Os 2,16b; Is 40,3), così da quel silenzio il Signore parla al nostro cuore e può essere meglio ascoltato e compreso. Nella solitudine delle vette de La Salette il Signore, attraverso Maria, parla oggi alla nostra coscienza. Per comprendere bene la forza di questo messaggio, occorre tenere presente anche il luogo. La Montagna, il deserto, la solitudine sono i luoghi biblici della rivelazione di Dio all’uomo; evidenziano anche la provvisorietà e la precarietà della vita, il cammino verso mete più sicure, verso le vette.
A La Salette Maria, come Madre di Misericordia, viene a ricordarci una pagina di Vangelo da noi dimenticata. Con le lacrime agli occhi, Maria ricorda al suo popolo la sua ribellione a Dio: “ Se il mio popolo non vuole sottomettersi” e chiede la conversione “ Se si convertono” tornando ad accogliere Suo Figlio. Maria, nel suo discorso usa sei volte la parola “ mio Figlio” e sei volte “ figli miei”; una volta, rivolta a Massimino e, in Lui, a ciascuno di noi: “ Ma tu figlio mio”. Ecco lo scopo dell’Apparizione, riportare noi, i suoi figli, al Figlio suo Gesù unico e vero Redentore dell’uomo.
Ha parlato con autorità. Maria, come facevano i profeti, parla a nome di Dio con una pregnanza di parole e di autorità morale, parla con la forza e il fuoco dello Spirito. Che solennità vi è nel Messaggio di Maria: “Se il mio popolo …vi ho dato sei giorni per lavorare e mi sono riservato il settimo…” In queste parole la Madonna parla come se Ella fosse Dio stesso. Usa il linguaggio “teopatico”. Maria è distinta da Dio, ma vive un’unità d’amore con Lui. Tutto quello che è di Dio è suo, tutto quello che è suo è di Dio. Lei non è Dio, è una persona creata; la sua santità le fa vivere questa profonda unità con Lui. Qualcosa di simile avviene nella chiesa quando il Sacerdote, per il ministero dell’Ordine Sacro dice: “Questo è il mio corpo..il mio sangue…. Io ti assolvo”. Maria ha usato lo stesso linguaggio ma con una differenza: il sacerdote lo usa perché partecipa, per il sacramento dell’ordine, al sacerdozio di Cristo. Maria usa questo linguaggio in forza di una partecipazione alla santità di Dio per la quale tutto è suo quello che è di Dio. Il Sacerdote dovrebbe seguire l’esempio di Maria in modo che quando parla o agisce in nome e nella persona di Cristo, faccia unità con la santità di vita. “ La Vergine Maria mai ha parlato con tanta autorità come a La Salette” ha scritto Leon Bloy.
Autenticità del fatto. Quando succede un avvenimento come quello de La Salette, la prima cosa da compiere è verificare la sua autenticità. Dimenticare di farlo, sarebbe esporsi a molte cantonate nel futuro. La prima domanda che ci si pone è questa: i testimoni, Massimino e Melania, sono credibili? Non in un modo vago e generico, ma diretto, concreto sul fatto preciso? Gli inquirenti ufficiali e gli altri si sono lungamente interrogati sulla testimonianza dei due fanciulli. La conclusione si esprime in poche parole: i due pastorelli non sono né ingannatori né ingannati. Qualora avessero voluto ingannare, sarebbero stati assolutamente incapaci di inventare una simile storia e i suoi numerosi coinvolgimenti, non possedendo gli elementi indispensabili alla sua elaborazione. Per di più Massimino e Melania si conoscevano appena da due giorni e le loro indoli erano molto differenti: il fanciullo vivace e loquace, la giovinetta introversa e taciturna. La consonanza delle loro testimonianze è molto più impressionante. Una volta assodata l’autenticità del fatto, si pone una seconda domanda: quella della conformità con la fede della Chiesa. Non si può credere non importa che cosa o come. «Mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo» (1 Gv. 4,1). Maria a La Salette non viene per insegnarci qualche cosa di nuovo. Viene per manifestare la presenza, nel nostro mondo e nella nostra vita, della forza di salvezza che è in Cristo Gesù; viene a supplicarci in lacrime a farci caso…Tale è la base del suo intervento. E’ per questa ragione il Vescovo di Grenoble ha affermato: “abbiamo fondate ragioni per crederlo indubitabile e certo». Possiamo allora e, solo allora, procedere alla verifica evangelica: «Riconoscerete l’albero dai suoi frutti». Da più di un secolo e mezzo, i frutti di conversione non hanno cessato di moltiplicarsi ovunque il Fatto de La Salette è stato proclamato. Aggiungiamo ancora due osservazioni: questa verifica è valida solo dopo aver risposto alla prima domanda: se c’è connessione tra il Fatto de La Salette e la guarigione o conversione. Se esiste, allora si può riconoscere in tutta verità che è all’opera la grazia specifica de La Salette.
Come vivere questa grazia? Possiamo farci una seconda osservazione, questa grazia ci orienta verso la scoperta del Cristo presente nella nostra vita, liberandoci dal male, aprendo i nostri cuori sulle sventure del mondo, rendendoci partecipi dell’azione e della lode della Chiesa con i mezzi a nostra portata: la preghiera, la vera partecipazione all’Eucarestia e la Quaresima. In questo cammino ci soccorre l’aiuto di Colei che Gesù ci ha dato per madre nella fede. La grazia de La Salette, quando ci raggiunge, ci rimanda all’essenziale della fede. Sarebbe deleterio trascurare un mezzo così efficace. Sul petto della Bella Signora sfolgora, nella luce della risurrezione, Gesù crocefisso. E’ il germe, la crescita e il perfetto compimento della fede, l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura. Se riconosciamo che è il nostro Dio, noi diventiamo suo popolo.
Perché La Salette? La risposta a questa domanda è da ricercarsi innanzi tutto nel Fatto medesimo: l’iniziativa di Maria, i segni utilizzati, le parole dette, sono colme di significato. La scelta dei testimoni, le circostanze di tempo e di luogo vengono a giustificare e ampliare la portata dell’Avvenimento. L’apparizione di Maria a La Salette è nell’ottica della missione che ha ricevuto da suo Figlio ai piedi della croce, missione che assume in pienezza dopo la sua Assunzione: è «incaricata di pregare ininterrottamente suo Figlio per noi». Ma è anche incaricata d’intervenire presso di noi per condurci al suo Gesù. La Chiesa ha saputo verificare l’autenticità e l’efficacia del Fatto de La Salette ed ha orientato la nostra vita verso Colui dal quale ci proviene la riconciliazione: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore ma dentro sono lupi rapaci» (Mt 7,15). Oggi poi sono innumerevoli! La stessa Melania non ha saputo tutelarsi da quello pseudo misticismo che non si deve confondere con l’apparizione di Maria del 19 settembre 1846, il cui unico intento è di guidarci a Gesù, per mezzo della conversione, personale innanzitutto, e comunitaria.
La forza sconvolgente delle lacrime e del Messaggio di Maria. Oggi più che mai al santuario della “santa montagna”, come in tutti i luoghi del mondo in cui si venera la Vergine de La Salette, la Madre di Dio, la cui missione non è ancora terminata, sempre sollecita del suo popolo, attrae verso Gesù quanti scoprono la manifestazione della tenerezza di Dio attraverso le sue lacrime. E’ alla luce della Croce gloriosa che occorre ascoltare il suo messaggio: un messaggio profondamente radicato nella realtà rurale del XIX secolo, ma sempre attuale perché richiama alla ricerca dei valori essenziali e alle esigenze “forti” della fede. I richiami biblici ed evangelici di questo messaggio si inseriscono perfettamente nel solco della missione riconciliatrice della Vergine e di tutta la Chiesa.
P. Celeste Cerroni, ms
RIVISTA LA SALETTE