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NEWS LAICI SALETTINI

Dal 30 settembre al 09 Ottobre 2016 si è tenuto a La Salette in Francia il 2° INCONTRO INTERNAZIONALE DEI LAICI SALETTINI. Per vedere tutti i video che la Congregazione ha pubblicato relativi all'evento cliccare sulla foto: 2 incontro internazionale laici salettini

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PAROLE DA VIVERE

APPARIZIONE DELLA “MADONNA DE LA SALETTE” (19 settembre 1846)

Testo a cura di Padre Celeste Cerroni tratto dalla Rivista n. 6 Dicembre 2012 OCCASIONE SPECIALE ANNO DELLA FEDE

 PAROLE DA VIVERE

0039imagesCome i profeti, come lo stesso Gesù, Maria parla il linguaggio del suo popolo, quello dei contadini delfinesi del XIX secolo, quello della Bibbia e in particolare del Nuovo Testamento. Impossibile in poche righe far risaltare tutta la ricchezza e lo spessore delle sue parole. Apriamo con semplicità gli itinerari della fede che Ella propone alla nostra riflessione. Notiamo innanzi tutto che Maria parla piangendo, sul tono della tenerezza, dell’amore ferito e supplichevole. Ci parla chiamandoci «figli miei, mio popolo». Tutto comincia con dei «Se» o con delle interrogazioni: Ella ci lascia alla nostra libertà. Un attento ascolto ci manifesta ch’Ella non ci minaccia; i suoi biasimi materni vogliono solo scongiurare la nostra rovina e proporci la sola salvezza possibile.

1. Maria c’invita a metterci in cammino (Emmaus). Al seguito di Gesù risorto, ci libera da ogni timore (la pace). La Buona Novella che avevamo dimenticato, il Vangelo, che ci ricorda che oggi Gesù risorto cammina con noi…

2. Non si tratta di un dio vendicatore che opprime il suo popolo. Il nostro rapporto con lui è una sottomissione filiale, non una sottomissione da schiavo. Il nostro sforzo è di essere in comunione con un Dio che vuole liberarci «spiegando la potenza del suo braccio» che è quella del suo amore (Magnificat). I nostri rifiuti rendono quel braccio pesante e difficile da sostenere (I nostri peccati rendono pesante il braccio del Figlio). Maria non si oppone a suo Figlio, anzi lo aiuta. L’interrogativo è fondamentale: qual è l’idea che ci facciamo di Dio? In quanto al Cristo, sappiamo che viene per sottomettere tutto e tutti al Padre, «perchè Dio sia tutto in tutti» (1 Cor. 15,27 ). Con una sottomissione di amore e di comunione.

3. Maria soffre per noi. Durante la sua vita, poi, dal Calvario ove ha ricevuto la missione d’essere nostra madre nella fede, fino a questo momento in cui, poveri peccatori che siamo, «viviamo nei pericoli e nelle prove», la sua ansia rimane la nostra salvezza e continua a intervenire presso di noi per condurci da suo Figlio, il solo Salvatore. Questa sofferenza attuale è un mistero, enigma per i teologi, luce e conforto per tutti quelli che scoprono quest’amore e questa grazia.

4. Maria non cessa di pregare il solo Mediatore «sempre vivo per intercedere a nostro favore». (Ebrei, 7,25). Colui che ci dice: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv. 14,6) non può salvarci senza di noi, poiché ci ha creati liberi. La storia del popolo di Dio si svolge su questa fiducia reciproca: «Il Signore sarà con voi quando voi sarete con lui. Se lo cercate, si lascerà trovare da voi. Ma se l’abbandonate, anch’egli vi abbandonerà» (2 Cronache, 15,2). Gesù ha pianto su Gerusalemme infedele (Lc. 19,41).

5. Non potremo mai raccogliere una simile sfida: questo per dire fino a qual punto siamo amati da Maria! A qual punto anche l’amore è esigente: non avremo mai finito di corrispondere alla sua tenerezza materna: potessimo almeno impegnarvi tutta la nostra generosità e rispondere amore per amore.

6. Il settimo giorno è giorno di ringraziamento per il lavoro dell’uomo, collaboratore di Dio (Es. 20,8-11); è il giorno dell’affrancamento dalla schiavitù del lavoro dove l’uomo sfrutta l’uomo (Deut.5,12,15). La Bibbia conserva queste due letture; in entrambi i casi, il settimo giorno è legato al culto di Dio, Creatore e Liberatore. Quel giorno è per noi giorno di riposo per uomini liberi? Giorno del Signore per figli di Dio? Giorno d’incontro per fratelli da riconciliare? Per i cristiani, questo giorno non è più il settimo. Trasferito, diventa il primo giorno della nuova creazione che il Cristo ha inaugurato con la sua Risurrezione, il giorno senza tramonto di una vita che trascende la morte.

7. I carrettieri d’un tempo imprecavano il nome del Cristo alla minima scartata dei loro cavalli. Quella funesta abitudine era diventata un vero flagello sociale, una controprofessione di fede: costruire un mondo senza Dio o contro Dio era davvero la scommessa della metà del XIX secolo. E ancor oggi, sotto altre forme: un mondo a misura d’uomo o un mondo d’oppressioni? La bestemmia oggi? «Schernire l’uomo è schernire Dio» (card. Marty). Gesù, il solo nome per il quale possiamo essere salvati, quello che raddrizza e fa camminare l’uomo sciancato (Atti 3,4-5).

8. Maria a La Salette c’invita a volgere il nostro sguardo sugli avvenimenti: a quell’epoca raccolti compromessi (grano, patate, noci, uva), carestie ed epidemie (decessi di bambini). Oggi raccolti sperperati o mal distribuiti, carestie, guerre e genocidi, cancro e AIDS e sempre sofferenze e morte degli innocenti. Altrettanti richiami a scuoterci; questi segni dei tempi diventino segni di Dio che c’invita a costruire un mondo secondo il suo volere, un mondo più umano. Maria ci rende consapevoli di questa urgenza: a partire da Natale, la situazione può diventare catastrofica!

9. Maria parla in dialetto. Quello che ha detto fin qui riguarda tutti. Ma non si limita a considerazioni  generiche; adatta il suo discorso ai suoi interlocutori e quello che dirà riguarda in modo più preciso lo stato della regione: i raccolti, le usanze religiose, fino alle situazioni più concrete e personali della vita (episodio della terra di Coin: 17). Ciò suppone in noi, lettori di oggi, che dobbiamo fare gli adattamenti necessari, confacenti alle situazioni attuali.

10. Così questa frase che impensieriva tanto le autorità civili nel 1846 e 1847, si è avverata come corrispondente  alla congiuntura: l’accaparramento del grano a fini speculativi, la perdita dei raccolti furono il punto di partenza di una crisi economica, finanziaria e politica, sfociata nella rivoluzione del 1848. Oggi il nostro modo di gestire l’economia per il solo profitto, approda a scavare ancor più l’abisso tra ricchi e poveri, tra paesi opulenti e paesi di penuria, falsando tutti gli scambi e tutti i rapporti tra i popoli.

11-12. Iniziando dalla situazione di allora e da quella attuale, Maria prosegue l’astia lettura degli avvenimenti e prevede la carestia e le sue conseguenze, la morte dei bambini, la situazione precaria degli adulti, la grave penuria di alimenti necessari: non solo le patate e il grano, ma anche 1’ olio e il vino (cfr. Geremia e Lamentazioni…).

13. Il richiamo alla conversione è al centro dell’Avvenimento de La Salette. Tutto concorre a quel richiamo: le lacrime, il crocifisso con martello e tenaglie, catene e rose, luce e parole. Ritornare a Gesù, lasciarsi riconciliare per Gesù al Padre, ci fa entrare nella sovrabbondanza recata dal Regno del Messia: «Sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv. 10,10). I paragoni più indovinati sono impotenti a descrivere l’inimmaginabile fecondità.

14. La Madonna precisa per noi questo cammino di conversione. Iniziando da una domanda molto semplice, ci segnala tre punti di partenza accessibili a tutti. Nostra madre nella fede si rivela efficace educatrice. Cominciate con la preghiera che Gesù vi ha insegnato: il Padre nostro. Poi l’Ave Maria: si rivolge a Colei che è incaricata d’intercedere presso suo Figlio per noi e d’intervenire presso di noi per condurci a Gesù. Infine: sera e mattino: è solo un inizio, e per giunta facile. In seguito potremo far meglio.

15. Il riscontro posto da Maria manifesta il disamore dei cristiani per l’Eucarestia: hanno perduto il senso della messa. Resta da fare un lungo cammino per riscoprire questo bisogno vitale: il raduno dei cristiani, chiamati a nutrirsi insieme della Parola di Dio, del Corpo offerto e del Sangue sparso per la moltitudine, della comunione nell’intento di dare anche noi la nostra vita a vantaggio della salvezza del mondo «per Cristo, con Cristo, e in Cristo per la gloria del Padre, nell’unità dello Spirito».

16. Nella Bibbia, gli uomini sono paragonati ai cani quando hanno perduto ogni dignità (Mt. 7,6; Fil. 3,2.). All’opposto, la Quaresima ci presenta ogni anno la bella testimonianza resa da Gesù durante la sua Passione. Rimanere padroni di sè di fronte ai cibi terrestri, in particolare, sapendoci privare, per meglio spartire «con quelli che hanno fame e sete, che sono senza alloggio, ammalati o in carcere»: ecco su che cosa saremo giudicati (Mt. 25,31), ecco il punto di partenza della nostra risurrezione e l’attuazione d’un mondo migliore.

17-18. Questo episodio del grano guasto, Massimino lo aveva dimenticato come pure suo padre, ma era rimasto inciso nel cuore e nella mente di Maria. Informato del fatto de La Salette, la prima reazione di papà Giraud fu di proibire a suo figlio di parlarne. Massimino non ne tiene conto. Allora il padre minaccia. E Massimino a ribattere: «Ma, papà, la Signora ha parlato di te!» Il signor Giraud è sconvolto. Credeva di aver sloggiato Dio dalla sua vita. Scopre che Dio non ha cessato d’essere presente alle sue ansie e alle sue speranze, a quel timore di non aver più pane da dare a suo figlio. Quello che non sapeva è che Dio è laddove il pane è condiviso con i bambini che hanno fame. Il suo gesto attuava una parola del Vangelo:

«Se dunque voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre del cielo darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono (Lc 11,13). L’Eucarestia è la condivisione di questa presenza e di questo amore. Padre, dacci oggi il nostro pane quotidiano. Potessimo anche noi dire come Massimino: «Sì, ora, mi ricordo!»

19-20. Far conoscere: ecco la nostra missione. Massimino così rispondeva un giorno ad un interlocutore aggressivo: «La Bella Signora mi ha incaricato non di farvelo credere ma di dirvelo!» Siamo interpellati: è l’essenziale della nostra fede che Maria ci richiama a La Salette, il modo migliore di farla passare a nostra volta non è forse di viverla fino in fondo? Di qui la parola d’insistenza e d’incitamento, con cui conclude: «Fatelo conoscere a tutto il mio popolo»… Si chiedeva un giorno a Melania: «Che cosa bisogna intendere per: tutto il mio popolo?». «Non so, ma penso che sia a tutti», rispondeva. Maria è attenta «a tutti fratelli di suo Figlio il cui pellegrinaggio non è ancora compiuto». Il popolo di Dio si costruisce giorno dopo giorno.

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